Play Plauto

esercizi di lavoro per e con gli allievi del Teatro Laboratorio della Toscana

con Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Nicolas Errico, Fonte Fantasia, Francesca Gabucci, Alessio Genchi, Ivan Graziano, Luca Tanganelli

a cura di Roberto Latini, Sandro Lombardi, Federico Tiezzi
voce Francesca Della Monica, Monica Demuru
euritmia Heike Cantori
drammaturgia musicale Francesco Torrigiani

produzione
Teatro Laboratorio della Toscana/Compagnia Lombardi-Tiezzi
in collaborazione con Associazione Teatrale Pistoiese Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno di Regione Toscana

Prima rappresentazione: Pistoia, Piccolo Teatro Mauro Bolognini, 19 ottobre 2017

Pistoia continua ad accogliere, presso l’Associazione Teatrale Pistoiese, il Teatro Laboratorio della Toscana, corso biennale di alta formazione per attori ideato e diretto da Federico Tiezzi, in collaborazione con la Compagnia Lombardi – Tiezzi e sostenuto dalla Regione Toscana. La sessione di quest’anno, conclusiva del biennio 2016-2017, è stata incentrata sul tema “Le lingue segrete del teatro”. Marcel Proust sostiene che i bei libri sono scritti come in una lingua straniera cosicché, secondo lo scrittore francese, ogni lettore, sotto ogni parola, può mettere il proprio senso o almeno la propria immagine, che spesso è un ‘contro senso’. Anche per l’attore ogni testo è come se fosse scritto in una lingua straniera e il suo compito è tradurre da questa lingua nella propria. Uno degli esercizi più utili per acquisire questo habitus mentale, indispensabile all’attore, consiste nel lavorare su vere e proprie lingue altre, che siano straniere in senso stretto (come il latino di Plauto) oppure arcaiche o dialettali, come la poesia di Dante, la prosa sulfurea di Giovanni Boccaccio o di Carlo Emilio Gadda, il patois di Giovanni Testori.

Il nucleo pedagogico della sessione di Laboratorio è stato dunque un lavoro sulla drammaturgia di Plauto, celebre commediografo comico latino (Sarsina 250 c.ca – Roma 184 c.ca a.C), condotto da Federico Tiezzi e Roberto Latini. Contestualmente, Sandro Lombardi ha allenato gli allievi sulla lingua elaborata da Giovanni Testori, uno dei massimi drammaturghi italiani della seconda metà del ‘900 (Novate Milanese 1923 – Milano 1993), approfondendo Cleopatràs.

Ma anche il lavoro sul corpo condotto da Heike Cantori sulla base della danza euritmica ideata da Rudolf Steiner è, a suo modo, una ‘lingua del teatro’.

Nel saggio conclusivo che verrà presentato al pubblico si intrecciano in particolare il latino di Plauto, mettendo in scena i personaggi dell’Amphitryon (Alcmena, Anfitrione e Sosia) la lingua corporea dell’euritmia e alcuni frammenti della Cleopatràs, primo dei Tre Lai di Giovanni Testori, in cui lo scrittore di Novate trasferisce il personaggio shakespeariano dall’Egitto storico alla sua amata Lombardia, con sorprendenti effetti comici.