Il progetto è vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura 

di Federico Tiezzi
dai Ritratti di fine millennio (1986) a Vasari. Le vite (2021-2023)
a cura di Giovanni Agosti
Museo del Novecento e Contemporaneo di Palazzo Fabroni
30 settembre 2022 – 2 giugno 2024

La mostra presenta due suites di opere di Federico Tiezzi appartenenti a due stagioni molto diverse del suo lavoro, distanti oltre trent’anni.  La serie più antica è costituita da un gruppo di ritratti di artisti visivi, conosciuti personalmente e frequentati tra studi e gallerie, da Boetti a Schifano (Ritratti di fine millennio). L’altra serie è una rivisitazione sui generis delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori dell’aretino Giorgio Vasari. reinterpretate drammaturgicamente da Fabrizio Sinisi. A fare da trait d’union tra le due serie di ritratti, è il video del 2021 Mater strangosciàs alla Pietà Rondanini, tratto dai Tre Lai di Giovanni Testori.

La mostra, promossa e realizzata dal Comune di Pistoia, Musei Civici, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, in collaborazione con la Compagnia Lombardi-Tiezzi, è allestita a Palazzo Fabroni in occasione della consegna al museo dei tre video-ritratti di Paolo Uccello, Sodoma e Giorgio Vasari, parte del ‘capitolo secondo’ di Vasari. Le vite: progetto dedicato alla pittura del Quattro e Cinquecento intorno alle vasariane Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori.

È un lavoro ibrido, questo di Vasari. Le vite, nato sotto Saturno al pari di loro, i pittori di un tempo che ritornano, con la loro voce perduta (re-vox) e incarnata da altri, nel nostro tempo. Con questi video siamo nel mezzo, nell’intersezione tra teatro, cinema e arte visiva. Ed esplorano il modo in cui tecnologia, corpo attoriale, fotografia, luce, immagine cinetica, parola recitata convergono in una alleanza trans-specie: una incrinatura disciplinare.
Il loro destino sociale è quello di uscire dai musei per operare nei confini, nelle intersezioni, nelle terre di nessuno, nei non-luoghi insomma: le stazioni della metropolitana, i centri commerciali, le hall degli aeroporti e delle stazioni dei treni. Affinché l’arte si infiltri a cascata nelle infrastrutture dove la vita quotidiana si svolge.
(Federico Tiezzi)