Uno spettacolo raffinato, rigoroso, geometrico nella sua chiarezza, come solo un regista come Federico Tiezzi è capace di fare.
Anna Bandettini (la Repubblica)
La messinscena firmata dal regista Federico Tiezzi funziona, piace, convince. E non perché sia “attuale”, ma per la sua natura metastorica e per la sua capacità di raccontare l’arte e il suo valore attraverso mezzi essenziali e tratti di cinica purezza.
Teresa Mori (Il Roma)
Villa Medicea di Castello, Accademia della Crusca
(ingresso da Via di Castello, 46 – Firenze)
dal 22 al 27 novembre 2022
(feriali ore 21:00; sabato ore 19:30; domenica ore 18:00)
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Nei giorni di sabato 26 novembre (alle ore 18:00) e domenica 27 novembre (alle ore 16:30) sarà possibile visitare il percorso espositivo dell’Accademia su prenotazione, chiamando il numero 055600218 o scrivendo a info@lombarditiezzi.it.
Autunno Fiorentino
ANTICHI MAESTRI
dal romanzo “Alte Meister” di Thomas Bernhard
traduzione Anna Ruchat
drammaturgia Fabrizio Sinisi
regia di Federico Tiezzi
Reger | Sandro Lombardi
Atzbacher | Martino D’Amico
Irrsigler | Alessandro Burzotta
produzione
Compagnia Lombardi-Tiezzi, ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale
in collaborazione con Campania Teatro Festival
Sarà un allestimento site-specific realizzato nella sede dell’Accademia della Crusca quello che la Compagnia Lombardi-Tiezzi proporrà, da martedì 22 a domenica 27 novembre 2022 (feriali ore 21:00; sabato ore 19:30; domenica ore 18:00), dello spettacolo Antichi Maestri di Thomas Bernhard per la regia di Federico Tiezzi.
Dopo aver toccato i maggiori palcoscenici italiani, la pièce, con protagonisti Sandro Lombardi, Martino D’Amico e Alessandro Burzotta, vedrà una settimana di repliche all’interno del calendario eventi dell’Autunno Fiorentino. Un allestimento nel solco del lavoro di ricerca che la Compagnia prosegue sul Teatro dell’esperienza: collocare lo svolgersi dell’azione scenica al di fuori degli spazi teatrali deputati, allo scopo di spogliare dalle abitudini consolidate l’esperienza dello spettatore.
Lo spettacolo racconta di un musicologo che ogni due giorni si reca in un museo a contemplare un quadro di Tintoretto. Questo “rito” incuriosisce un giovane scrittore che lo osserva, mentre entrambi vengono osservati dal custode del museo. Un diagramma semplice che si trasforma in un vero e proprio studio sulla funzione dell’arte, le nevrosi della modernità e la solitudine. E dietro la facciata di cinismo e freddezza del musicologo Reger, a poco a poco lo scrittore Atzbacher scopre abissi di malinconia e affetti.