La nuova creazione di Roberto Latini arriva a Firenze per #EstateFiorentina nella rassegna Materia Prima organizzato da Murmuris. Lo spettacolo, che parte da Shakespeare per un breve e intenso viaggio nell’arte, andrà in scena mercoledì 15 settembre ore 19.30 nel Chiostro Grande di Santa Maria Novella (ingresso allo spettacolo da Piazza della Stazione, lato Ex Scuola Marescialli)
“In uscita da questo tempo immobile, mi piace riferirmi allo stesso argomento che scelse Shakespeare quando i teatri a Londra nel 1593 furono chiusi per la peste: Venere e Adone.” (R.L.)
Venere e Adone
Siamo della stessa mancanza di cui son fatti i sogni
di e con Roberto Latini
musica e suono Gianluca Misiti
luce Max Mugnai
costume Gianluca Sbicca
scena Marco Rossi
produzione Compagnia Lombardi Tiezzi
durata 25′
L’amore terrestre e quello divino nel disarmo di un destino ineluttabile.
Voglio smettere lo spettacolo, o la proposta che gli farebbe il verso, a favore di un materiale in movimento, incessante, fluido.
Provare ad aprire al pubblico l’impreparazione del processo creativo, non alcuna pretesa di prodotto finito.
Immagino percorsi senza tappe, oppure immagini senza continuità.
Di versi dispersi.
La scena suggerisce la creazione, eppure non l’afferra, lasciandosi ciclicamente contemplare o collocare altrove.
Venere e Adone, da Shakespeare a Tiziano, Rubens, Canova, Carracci, Ovidio, attraversano il mito nell’arte, declinando forme e sostanze.
In tutti, una sospensione, un respiro-fotogramma, solo, fermato, definito, come a impedire che il racconto si possa compiere nel finale che già sappiamo.
È forse la speranza che si possa vincere il destino, dando all’Arte il compito di sfidare il tempo e trattenerlo.
Sospenderci nella tenerezza.
Venere e Adone è la storia di ferite mortali, di baci sconfitti che non sanno, non riescono a farsi corazza, difesa. Anche Amore non può nulla. Anche Amore è incapace; è sfinito, è logoro, è vecchio. Sconfitto.